Questa nuova commedia dal titolo "Tressette con il
morto" è permeata in modo sottile e quasi impercettibile di meccanismi
precisi, meticolosi, ma nello stesso tempo fruibili e spontanei,
immediati, e come un quadro di Kandinskij in cui i colori, le forme,
sembrano non rappresentare nulla e invece sono tutto, così i
meccanismi che i personaggi sono costretti ad affrontare, non
recitando, sembrano un insieme di momenti confusi e disarticolati,
sconnessi gli uni con gli altri e invece poi, si scopre che
appartengono tutti alla stessa "magica tavolozza" e tutti seguono o
hanno seguito lo stesso percorso per raccontarci una storia
divertente, perché così la vorrebbe uno dei personaggi, ma che poi si
trasforma, nella realtà, in una storia triste ed amara.
Tre Sette Con Il Morto, infatti, s'approccia e si confronta con un
tema alquanto delicato: l'usura. Con garbo ed ironia, Gerry Petrosino,
tratta l'argomento senza per altro affondare il coltello nella
"facile" analisi Sociale, profonda e seria; Questo è compito delle
istituzioni, ed il teatro a modo suo può fungere da cassa di risonanza
e null'altro.
Intreccio quasi da giallo per un cadavere che resuscita, usurai e
vittime quasi da stereotipi, ma pieni di amara ironia che, spesso,
colpisce più e meglio di una cruda realtà.
I personaggi, passano veloci in questa ambientazione, quasi a voler
testimoniare la frenesia della vita, ognuno con il suo fardello di
umani vizi. E così si osserva: L'infantile ironia di Alberto, che egli
rappresenta in sogno, ed utilizza per nascondere a se stesso e agli
altri una realtà che oramai è diventata "Oppressiva”. La fredda
determinazione di Alfonso che non esita di fronte al suo problema ad
adottare soluzioni estreme; La cinica Assunta, consapevole di essere
la possibile ''soluzione”. La normalità di Sebastiano che nasconde
però un vizio privato al quale cede impotente non avendo il coraggio
di reagire, e poi Dolores, Tassoni, il Notaio, Amalia, il Maresciallo,
la Dottoressa Bellella, tutti personaggi che sembrano uno spaccato di
una galleria Vivianea, che mette in risalto, con spietata precisione,
luci ed ombre di ognuno.
Il vero inizio di questa commedia, è nel finale. Il "risveglio" di
Alberto è l'inizio del vero calvario, che se da principio, durante il
suo "delirio" è ingigantito, è qui, quando tutto sembra essersi
concluso che appare in tutta la sua drammaticità, quasi a volerci
ricordare che siamo un poco tutti vittime e nello stesso tempo
carnefici del nostro destino.
Forse, nel finale, l'autore lascia un poco l'amaro in bocca, non
permettendo ai suoi personaggi di "direi cosa è giusto e cosa non lo
è, rimandando allo spettatore il compito di trovare la soluzione
ideale ai problemi di Alberto. E proprio in questa scelta che Gerry
Petrosino manifesta grande intuito e sensibilità, preferendo non
toccare certe “corde”. Ognuno, infatti, potrà secondo la propria
etica, secondo la propria morale e secondo il proprio coraggio,
consentire, domani, ad Alberto di fare la scelta più giusta.
La compagnia
La compagnia teatrale "Avalon", braccio artistico operativo
all'interno della Associazione Culturale "Marcello Mastroianni" di
Battipaglia (Sa), è nata nel 1999, e dopo aver esordito con una prova
Teatrale su Pirandello diretta dal Maestro Lorenzo Cicero, già aiuto
regista di Memè Perlini, continua il proprio percorso Teatrale,'
indirizzando l'attenzione su testi di giovani autori non conosciuti
dal grande pubblico. È il caso di ''Parcheggio Custodito" di Gerry
Petrosino, giovane autore Salernitano, al suo debutto con la scrittura
Teatrale. Proprio con questo testo, che fu selezionato per l'apertura
della prestigiosa rassegna Teatrale che ogni anno si svolge nella
magnifica cornice dei templi di Paestum, all'interno della
manifestazione di Teatro e Cabaret Comico ''Premio Charlot - Oscar
della Comicità': la compagnia Avalon inizia un cammino all'insegna
delle novità e degli inediti.
Regia: G. Troiano
Ingresso gratuito
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