L’officina del dramma antico del Liceo F. De Sanctis in
"'LE BACCANTI" ovvero Della stessa sostanza del padre

TeatroRagazzi
Mercoledì 20 Agosto
ore 21.00 - Giardino degli aranci
Ingresso gratuito con prenotazione  

La tragedia ruota intorno alla figura di Dioniso, il dio della vite e dell’ebbrezza nato da Zeus e da una donna mortale, Semele.
Dioniso, con il suo seguito di fedelissime, le baccanti appunto, giunge in forma umana a Tebe, patria della madre. Suo intento è quello di punire, stravolgendone le menti, le donne tebane che avevano negato la sua origine divina. Tra queste c’è anche la sorella di sua madre, Agave, che aveva accusato Semele d’aver spudoratamente mentito a proposito del concepimento di Dioniso da Zeus.
All’arrivo del dio, Cadmo (padre di Semele e Agave) e l'anziano indovino Tiresia si affrettano a rendergli gli onori dovuti, riconoscendone la grandezza e la potenza.
Tenta di distoglierli dal loro proposito Penteo, re di Tebe nonché figlio di Agave, il quale è deciso a contrastare con ogni mezzo la diffusione del culto di Dioniso. Ma quando le donne tebane, tra cui sua madre, si recano sul Citerone per celebrare i misteri bacchici, Penteo, turbato e nel contempo incuriosito da quanto accade intorno a lui per opera del dio, si lascia convincere dal misterioso straniero, sotto le cui sembianze si cela lo stesso Dioniso, a spiare, travestito da donna, i riti che si celebrano sul monte. Qui la madre di Penteo e le altre tebane, in preda al delirio dionisiaco, lo scambiano per un leone e lo sbranano.
Quando Agave torna alla coscienza, riconosce con orrore il volto del figlio in quella che credeva una testa di leone, portata al palazzo come un trofeo di caccia. La vendetta del dio è così compiuta e sarà lo stesso Dioniso a rivelare a Cadmo e ad Agave che le sventure accadute derivano dal non aver onorato la sua potenza. Fin qui la trama della tragedia euripidea. Veniamo ora allo spettacolo.
Come sarà possibile notare, nella versione dell’opera che l’Officina del Dramma Antico vi propone, grande risalto è stato dato alle parti corali, rese in versi di varia natura nel tentativo di recuperare la dimensione lirica della tragedia e, con questa, il suo carattere metastorico e universale.
Un elemento di novità rispetto al testo euripideo è poi la presenza di due diversi Dioniso che si alternano nei vari episodi e di una voce fuoricampo che ne esprime l’ incommensurabile distanza dall’umano. Si è inteso in questo modo rappresentare l’intrinseca molteplicità del dio, o meglio, il suo essere uno e trino come sarà, ma non per filiazione diretta, la divinità dei Cristiani.
Infatti, come avverte lo stesso titolo assegnato a questo lavoro, Della Stessa Sostanza del Padre, la nostra versione delle Baccanti punta a sottolineare, attraverso varie soluzioni, ma in particolare accentuando le corrispondenze tra il linguaggio liturgico dionisiaco e quello cristiano, la comunanza di radici antropologiche e istanze spirituali che i due culti, nonostante le vistose differenze, sottendono.

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