Mercoledì 21 Agosto
Compagnia La Proposta
UNA CASA DI PAZZI
Menti follemente
equilibrate
di Roberto D’Alessandro
con Emiliano Spira, Oriana Mottola, Alfredo Crisci e Daniela
Carpinelli
Regia Alfredo Crisci
Euro 8,00 + 1 prevendita
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La
legge Basaglia del 1978 ha decretato la chiusura degli ospedali psichiatrici,
strutture servite più ad emarginare e torturare che curare i pazienti affetti
da disturbi mentali.
Basaglia
riteneva che il reintegro nella società di queste persone avrebbe migliorato la
loro condizione e ridato loro dignità e
diritti civili.
Paradossalmente
però alla chiusura corrispose l’apertura dei cancelli, per cui molte di quelle
persone si trovarono per strade come barboni ed emarginati in quanto la
società, impreparata e lenta nella riorganizzazione di strutture alternative,
non riuscì a far fronte al nuovo disegno che Basaglia aveva previsto.
La
legge, fortemente innovativa e riconosciuta come vera ed unica riforma del
dopoguerra, ha prodotto più conseguenze che frutti, cosicché oggi ogni
famiglia, nel cui nucleo vi è presente un congiunto affetto da problemi di
disagio mentale, viene totalmente abbandonata diventando essa stessa un
“micromanicomio”.
Diventa
difficile rapportarsi giornalmente con un proprio caro affetto da psicopatologia
per cui ci si ammala per la disperazione. Alla fine si rischia di impazzire
allo stesso modo, ed è quello che è successo ad Attanasio, il protagonista. Il suo precario e delicato equilibrio
matrimoniale vacillerà definitivamente sotto i colpi della difficile
interazione con suo fratello Remigio. La sua storia, come quella di tanti
altri, avrà un epilogo tragico nella totale indifferenza del mondo esterno e
delle istituzioni.
I
quattro protagonisti si troveranno a dover condividere una scena che agli occhi
dello spettatore apparirà subito come un innesto tra una normale abitazione e
una fredda camera di un ospedale psichiatrico. Segno tangibile che la linea di
demarcazione tra la follia pura e la normalità è molto labile. Infatti la
vetrata centrale che vive con le azioni sceniche rappresenta osmoticamente il
passaggio tra coloro che vivono al di là del cancello, con la cosiddetta “folle
normalità”, e coloro che vivono al di qua dello stesso cancello, con la loro
“alienante follia”.
Per
eludere “le quattro mura”, che siano esse domestiche o di una fredda camera
ospedaliera, e per abbattere il tempo che sembra non avere una propria
scansione, i protagonisti si troveranno spesso a guardare fuori dal cancello, a
cercare “l’oltre pirandelliano”, oltre il senso delle cose e della propria
esistenza.